10/08/2007
Sveglia 04.30 am
Ci dirigiamo all’aeroporto per prendere il volo per Upington. Una volta ad Upington compriamo i viveri necessari per i giorni nel Kalahari. Da Upington al Kalahari sono 260 km, gli ultimi 60 km sono di sterrato, bisogna sgonfiare le gomme per adattarle al terreno ed inserire le 4 ruote motrici.
Il nostro primo campo è il “Twee Rivieren” e il Kgalagadi o Kalahari come anche il Kruger si trova sotto la stessa amministrazione di Sanparks. Tutto perfettamente organizzato, il personale della reception ci attendeva per darci il benvenuto e fornirci tutte le indicazioni.
Per uscire dal campo è necessario avvisare la reception e indicare l’itinerario del giorno. La nostra idea era di fare un giro di 75 km, però era un giro piuttosto lungo per il poco tempo che avevamo, perché il campo chiude alle 18.30 e la velocità permessa è di 50 km/h. Così ci siamo accontentati del tempo che avevamo a disposizione e del benvenuto del Kalahari. E’ spettacolare.
Il Kalahari è un deserto, raggiunge i 500.000 km² come parco, il 70% si trova nel Botswana e il resto in Zimbabwe, Botswana, Namibia e Sudafrica. Il suo nome deriva da Kgalagadi che in lingua setswana significa “grande sete”. Il Kalahari non è completamente un deserto, alcune zone ricevono piogge durante l’anno e ciò permette alla vegetazione di crescere. Le temperature in estate vanno dai 20 ai 40° e in inverno le notti sono gelide, la temperatura scende anche sotto lo 0°, ma durante il giorno varia tra i 20 e i 25°.
La fauna in paragone a quella del Kruger è diversa, quindi la prospettiva con cui intraprendere la visita di questo parco è diversa: ci sono meno persone nel parco, il paesaggio è più aperto, e regna il silenzio.
E’completamente buio, mentre ci prepariamo albeggia, dobbiamo percorrere molti chilometri per arrivare al nostro ultimo campo, Bitterpan Wilderness Camp, prima bisogna passare per Nossob e lì bisogna fare il check-in, poi percorrere 54 km solo 4x4 per arrivare a Bitterpan.
Non so se è perché è il nostro ultimo campo, ma Bitterpan è spettacolare, è il campo che più mi piace. Ci sono appena 4 capanne, ognuna per due persone, hanno il bagno privato e l’acqua calda nel mezzo del deserta. Una cucina per tutto il campo, perfettamente attrezzata.
In questo campo godiamo di una vista meravigliosa. C’è un punto panoramico a circa 7 metri di altezza che ti permette di osservare il panorama, un grande lago prosciugato di fronte alle capanne, e una pozza artificiale dove si avvicinano gli animali per bere, la vista si perde nel paesaggio, è un luogo unico e speciale immerso nella natura, la forza del deserto ti colpisce, ti ruba il respiro per penetrarti nel cuore e fermarsi lì dentro. Ti fa sentire insignificante e minuscolo. La cosa che ti incanta di questo luogo non è solo vedere gli animali, ma soprattutto godere dell’ambiente nel quale si è immersi. L’alba è potente, il sole si impadronisce di tutto, trasforma tutti i colori, il rosso si veste di varie tonalità, i colori sono più intensi. Al tramonto succede l’opposto, tutto perde brillantezza e luce fino all’arrivo della notte.Il sole è una fonte importante di energia, le pozze d’acqua artificiali funzionano ad energia solare, così come l’acqua e la luce dei campi.
Lasciamo il Kalahari, percorriamo i primi 260 km, arriviamo ad Upington e cambiamo auto visto che non sarà più necessario un 4x4. Pranziamo rapidamente e proseguiamo, 480 km su una strada completamente dritta, niente a destra e niente a sinistra…la vista si perde, ma bisogna impegnarsi per arrivare nel Namaqualand e proseguire il nostro viaggio.
Finora una grande esperienza…


Nessun commento:
Posta un commento