mercoledì 29 agosto 2007

Sudafrica II: Parco Nazionale Kalahari

10/08/2007
Sveglia 04.30 am
Ci dirigiamo all’aeroporto per prendere il volo per Upington. Una volta ad Upington compriamo i viveri necessari per i giorni nel Kalahari. Da Upington al Kalahari sono 260 km, gli ultimi 60 km sono di sterrato, bisogna sgonfiare le gomme per adattarle al terreno ed inserire le 4 ruote motrici.





Il nostro primo campo è il “Twee Rivieren” e il Kgalagadi o Kalahari come anche il Kruger si trova sotto la stessa amministrazione di Sanparks. Tutto perfettamente organizzato, il personale della reception ci attendeva per darci il benvenuto e fornirci tutte le indicazioni.
Per uscire dal campo è necessario avvisare la reception e indicare l’itinerario del giorno. La nostra idea era di fare un giro di 75 km, però era un giro piuttosto lungo per il poco tempo che avevamo, perché il campo chiude alle 18.30 e la velocità permessa è di 50 km/h. Così ci siamo accontentati del tempo che avevamo a disposizione e del benvenuto del Kalahari. E’ spettacolare.

Il Kalahari è un deserto, raggiunge i 500.000 km² come parco, il 70% si trova nel Botswana e il resto in Zimbabwe, Botswana, Namibia e Sudafrica. Il suo nome deriva da Kgalagadi che in lingua setswana significa “grande sete”. Il Kalahari non è completamente un deserto, alcune zone ricevono piogge durante l’anno e ciò permette alla vegetazione di crescere. Le temperature in estate vanno dai 20 ai 40° e in inverno le notti sono gelide, la temperatura scende anche sotto lo 0°, ma durante il giorno varia tra i 20 e i 25°.
La fauna in paragone a quella del Kruger è diversa, quindi la prospettiva con cui intraprendere la visita di questo parco è diversa: ci sono meno persone nel parco, il paesaggio è più aperto, e regna il silenzio.

Nel nostro primo mezzo pomeriggio incontriamo un orice, è un’antilope veramente strana, soltanto le corna possono misurare un metri, avvistiamo anche una mandria di gnu azzurri, e struzzi che non abbiamo visto nel Kruger. La nostra passeggiata termina con una scena da film: un leone insieme ad una femmina sulla cima di una collina, con il sole che tramonta dietro di loro, una scena veramente imponente.






11/08/2007 Sveglia 06.30 am Il campo apre le sue porte alle 7.00am, prendiamo la strada in direzione "Kalahari Tented Camp" siamo gli unici lungo il cammino ed decido di abbandonarmi al paesaggio, perdermi nelle sfumature della sabbia del deserto che cambiano colore al passare delle ore e il sole sale sempre più in alto. Il Kalahari è lì, quieto, immobile, ti regala la sua pace e il rumore del vento che porta con sé il rumore degli animale che si rifugiano al suo interno. Questo è un luogo magico che ti avvolge, di prega di essere paziente e di svegliare i 5 sensi, stare all’erta ma rilassati, lasciarsi catturare da tutto l’ambiente; rumori, odori, colori…Un’aria che ti purifica il corpo, l’anima, ti impregna lo spirito lasciandoti con più voglia…voglia d Kalahari.

La nostra tenda è bella, si trova di fronte ad una pozza d’acqua e alcune antilopi, struzzi e gni a turno devono l’acqua lì contenuta. Sono le 3 di pomeriggio, il sole scalda ma una brezza ci accarezza. Le antilopi so proteggono dal sole sotto l’ombra di un albero vicino alla nostra tenda, sono attente, qualsiasi rumore le allarma. Gli scoiattoli giocano a pochi metri da noi e in cambio di qualcosa da mangiare prendono confidenza con noi. L’ora di dormire è fatale, tutto scurissimo, non ci sono raggi di luna, solo le stelle e la via lattea illuminano il cielo. Dai 27 gradi del giorno passiamo ai 3 della notte, è difficile riuscire a dormire.

12/08/2007 Despertador 06.30
E’completamente buio, mentre ci prepariamo albeggia, dobbiamo percorrere molti chilometri per arrivare al nostro ultimo campo, Bitterpan Wilderness Camp, prima bisogna passare per Nossob e lì bisogna fare il check-in, poi percorrere 54 km solo 4x4 per arrivare a Bitterpan.
Non so se è perché è il nostro ultimo campo, ma Bitterpan è spettacolare, è il campo che più mi piace. Ci sono appena 4 capanne, ognuna per due persone, hanno il bagno privato e l’acqua calda nel mezzo del deserta. Una cucina per tutto il campo, perfettamente attrezzata.
In questo campo godiamo di una vista meravigliosa. C’è un punto panoramico a circa 7 metri di altezza che ti permette di osservare il panorama, un grande lago prosciugato di fronte alle capanne, e una pozza artificiale dove si avvicinano gli animali per bere, la vista si perde nel paesaggio, è un luogo unico e speciale immerso nella natura, la forza del deserto ti colpisce, ti ruba il respiro per penetrarti nel cuore e fermarsi lì dentro. Ti fa sentire insignificante e minuscolo. La cosa che ti incanta di questo luogo non è solo vedere gli animali, ma soprattutto godere dell’ambiente nel quale si è immersi. L’alba è potente, il sole si impadronisce di tutto, trasforma tutti i colori, il rosso si veste di varie tonalità, i colori sono più intensi. Al tramonto succede l’opposto, tutto perde brillantezza e luce fino all’arrivo della notte.Il sole è una fonte importante di energia, le pozze d’acqua artificiali funzionano ad energia solare, così come l’acqua e la luce dei campi.



13/08/2007 Sveglia 06.30Ci svegliamo all’alba, e con nostalgia lasciamo il campo, decidiamo di percorrere l’itinerario più corto, perché oggi è un giorno pesante, bisogna percorrere almeno 740 km per raggiungere la prossima destinazione. Stiamo con gli occhi ben aperti per avvistare gli ultimi animali all’interno del Kalahari. Più o meno gli stessi animali che avevamo già visto, con la sorpresa di osservare una iena. Più tardi incontriamo un gruppo di sciacalli, e ci sembra strano perché non li avevamo mai visti in gruppo, ma sempre solitari. Questo animale possiede un ottimo olfatto, può percepire una carogna da 5 km di distanza.

La grande sorpresa!!! Un leone e due leonesse a banchetto: un piccolo gnu. Sono molto attenti a tutti i movimenti, ma non mostrano aggressività né verso di noi né verso le altre auto che presenziavano la scena. Stanno mangiando, il maschio si allontana leggermente, prende un po’di sole e si pulisce le tracce di sangue, la sua criniera è bellissima, è senza dubbio un animale potente. Una leonessa vigila mentre l’altra termina di mangiare, possiamo sentire come frantuma le ossa, siamo veramente vicini, è un grande spettacolo che ci regala il Kalahari. La leonessa che vigila si ritira, e si avvicina il leone, si accarezzano, si toccano e continuano ad osservarci. Gli sciacalli sono vicini, ma si mantengono a distanza. Il leone si alza e se ne va, lo perdiamo di vista, ma ascoltiamo costantemente i suoi ruggiti.
Le leonesse continuano a stare lì, controllano la situazione, forse percepiscono il nostro timore, sanno che sono loro ad avere il potere, ti fanno sentire inferiore…ci osservano, quasi in gesto di sfida, noi ci limitiamo ad osservare e ad abbassare e alzare il finestrino a gran velocità.
Lasciamo il Kalahari, percorriamo i primi 260 km, arriviamo ad Upington e cambiamo auto visto che non sarà più necessario un 4x4. Pranziamo rapidamente e proseguiamo, 480 km su una strada completamente dritta, niente a destra e niente a sinistra…la vista si perde, ma bisogna impegnarsi per arrivare nel Namaqualand e proseguire il nostro viaggio.
Finora una grande esperienza…

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